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3 - Ferzan Ozpetek e Un giorno perfetto
Dopo gli eccellenti inizi il sensibile cineasta italo-turco prosegue la sua fase discendente. Ogni suo film risulta peggiore del precedente. E lo scoglio della sufficienza è stato oltrepassato con "La finestra di fronte". Chiuso nel suo mondo, e spesso nelle sue strade, continua a ripetere e citare se stesso. Questo film sulla follia (anche lui, come Avati, la individua nella famiglia) è un mix di dialoghi improbabili e regia sciatta, con personaggi appena accennati e di fatto inutili o addirittura irritanti. Sa fare molto di più e molto meglio. E' comunque lui il divo del Lido: Stefano Disegni (9) su "Ciak in mostra" ha inventato il distintivo "Ferzan è mio amico" contro alcune critiche protrattesi (in maniera sospetta, va detto) per giorni.
2 - I film suicidio
Nuit de Chien, Gabbla, Paper soldier, Inju la bestia nell'ombra. Film diversissimi, che scimmiottano illustri predecessori, da Fassbinder al grande cinema russo, passando per il noir. Film da cui la critica (e il pubblico) sono fuggiti e che si fa fatica a capire perché siano stati messi in concorso. Non è colpa di questa edizione, il calo della qualità del concorso è una tendenza che c'è da anni, prima ancora dell'era Muller (probabilmente la migliore direzione da decenni). Meglio pochi ma buoni?
1 - Spazio Lancia
Spazio dell'Hotel Excelsior (a proposito, auguri, ha compiuto 100 anni) di ritrovo e ristoro per addetti ai lavori. Ha cambiato organizzazione: come sempre serve un pass, ma ora viene concesso con la stessa facilità di un visto per un paese in guerra e che poi, peraltro, è assolutamente inutile: non si può entrare mai (e nemmeno provarci, il buttafuori è efficientissimo almeno quanto imbarazzato, tanto da venire a informare gli stand vicini quando e se è aperto al pubblico), lo spazio è sempre off limits, per interviste o simili. Nulla di irrinunciabile, si vive anche senza e benissimo. Ma ormai è la barzelletta del Lido.